Una Piazza Duomo gremita di alunni per l’evento “Studenti in Piazza, lo sport può cambiare il mondo”, organizzato da Derthona Basket, Olympia Basket Voghera e Basket Club Castelnuovo Scrivia.
L’evento ha coinvolto le scuole del territorio con l’obbiettivo di promuovere lo sport tra i giovani, ovviamente non potevano mancare gli alunni e i docenti del Liceo Santachiara, che hanno illustrato alla folla una serie di immagini raffiguranti alcuni degli eventi sportivi più significativi del secolo, come la partita a calcio durante la Prima Guerra Mondiale e il podio femminile alle Olimpiadi di Londra 2012.
Potete trovare un video del nostro lavoro sul canale YouTube del SantachiaraODPF a questo link
Lo sport non ha bisogno di parole. Come la musica, come l’arte. Parla direttamente a tutti, senza distinzione di colore della pelle, di età, di genere, di politica, di religione. E, come sostiene Pasolini, fa parte del bagaglio culturale di ogni uomo libero. Perché tirando calci a un pallone, pedalando su una bicicletta, scalando una montagna, fendendo l’aria su un cavallo, correndo nel vento l’uomo assapora la libertà, l’ebbrezza della velocità, il brivido della sfida, l’emozione di vivere.
Per praticare uno sport occorrono entusiasmo, passione, dedizione, fiducia in se stessi, voglia di stare con gli altri. Chi esercita uno sport impara regole, compie sacrifici, si fa leale, diventa
uomo. Nella giornata odierna, in occasione dell’evento “Lo sport può cambiare il mondo”, l’Istituto Santachiara ha scelto di presentare sei immagini di momenti sportivamente, storicamente e umanamente straordinari, in una sorta di timeline che parte dalla I Guerra mondiale e arriva fino ad oggi, per dimostrare quante incredibili potenzialità abbia lo sport per incidere sul destino di tutti noi.
Dicembre 1914 : La “tregua di Natale”
Nel giorno di Natale del 1914 i soldati tedeschi, inglesi e francesi si fermarono, decisero di non combattere e diedero vita alla cosiddetta Tregua di Natale. Si scambiarono doni e diedero vita a una partita di calcio, la disputarono nella ‘terra di nessuno’ nei pressi della cittadina di Yrpes, in Belgio. Non si seppe mai chi di preciso, ma qualcuno improvvisamente tirò fuori un pallone, ed in pochi istanti un pubblico entusiasta
assistette alla più improbabile delle partite di calcio. Si giocò nella no man’s land – cioè lo spazio che delimitava le due trincee. Quella giornata è passata alla storia, quella partita ancora di più. Perché i soldati in quei momenti dimenticarono tutto e si misero a correre dietro a un pallone Negli anni poi ci sono state tante versioni su questo episodio. Una verità assoluta forse non ci sarà mai, ma resta meravigliosa questa storia. Pensare a dei soldati che si fermano per il Natale e giocano una partita di calcio è una idea che infonde fiducia nell’umanità.
Berlino 1936:Luz Long e Jesse Owens
Tra i due avversari che aspiravano medaglia d’oro nacque un’amicizia straordinaria che travalicava i confini geografici e soprattutto razziali. La vicenda umana che coinvolse i due campioni nel 1936, in pieno periodo nazista, costituisce una testimonianza che il rispetto e la lealtà sono sempre possibili nonostante le guerre, le divisioni e le barriere. Nella semifinale del salto in lungo, infatti, accadde qualcosa che sarebbe passato alla storia come il più fulgido esempio di fair play umano e sportivo. All’Olympiastadion, davanti a centomila spettatori, si era capito subito che l’oro sarebbe stato un affare tra Luz e Jess. L’atleta di casa era
concentratissimo in pedana; Owens, invece, dopo due salti nulli, rischiava seriamente di essere eliminato. Fu allora che Luz si avvicinò all’atleta,gli suggerì di accorciare la rincorsa e gli indicò con un fazzoletto il punto preciso di battuta. Owens accettò quel consiglio e si qualificò per la finale in cui vinse l’oro e stabili il nuovo record del mondo con 8,06 ai danni proprio di Long, che dovette accontentarsi della medaglia di bronzo. Un abbraccio tra i due sugellò quella meravigliosa giornata. A Hitler l’amicizia del suo atleta per il nero americano non andò giù. Scoppiata la guerra, a Luz venne tolta la franchigia che esonerava gli atleti tedeschi dall’impiego nell’esercito.
Fu arruolato nei corpi d’élite, quelli che fanaticamente misuravano la fedeltà al regime, morendo.
Pochi giorni dopo aver scritto una lettera all’amico Jessie, il soldato semplice Luz Long cadde in Italia.
Luz Long.
Luglio 1948 : Guttman e un reduce di guerra
Ludwing Guttmann, neurologo ebreo- tedesco costretto a fuggire in Inghilterra dopo la persecuzione nazista nella città di Stoke Mandeville, vicino Londra, fu messo a capo dell’ Unità di lesioni spinali dove venivano ricoverati i reduci dal fronte che avevano subìto lesioni midollari. Qui si rese conto che questi ragazzi tornavano mutilati non solo nel corpo: alle gravi ferite riportate si aggiungevano anche condizioni psichiche gravi. La depressione portava tanti a lasciarsi andare, altri addirittura al gesto estremo. Guttman capì che bisognava fare qualcosa, provare a recuperare quelli che egli definì “il meglio degli uomini!” attraverso lo sport. Dagli esercizi fisici distesi sul letto dell’ospedale alle gare agonistiche il passo fu breve. E così il 28 luglio del 1948 i reduci britannici furono i primi atleti al mondo a disputare i
Giochi di Stoke Mandeville, precursori di quelle che saranno le prime vere Paralimpiadi moderne, organizzate a Roma nel 1960 .
Londra 2012: podio della boxe femminile alle Olimpiadi
Quella inglese del 2012 è stata la prima olimpiade in assoluto dove ogni nazione partecipante schierava atlete donne all’interno del team. Un grande risultato questo, soprattutto per i paesi di area islamica, sottolineato anche dal presidente del CIO nel suo discorso di apertura.
In questi giochi olimpiaci è stato inserito nelle discipline in gara, per la prima volta nella storia di tali competizioni, il pugilato femminile. Scrive il New York Times che dietro all’esclusione del pugilato femminile ai Giochi Olimpici c’è sempre stata una concezione maschilista e stereotipata.
La boxe femminile è stata inclusa come sport olimpico nel 2009 dalla International Boxing Association. Le atlete che partecipano a Londra 2012 sono in tutto 36.
Sembra realizzarsi la famosa frase di De Coubertin: “Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata.
Estate 2016 Colin Kaepernick in ginocchio
In ginocchio per protesta. Sui campi di gioco dov’è nato quel gesto, ma anche per le strade, nelle piazze, in tutte le città. È la potenza dei simboli, quella che unisce confini e parti avverse: è ancora lo sport a generare un’immagine plastica e universale per mostrare il proprio dissenso. Si deve proprio a Colin Kaepernick, quotato quaterback dei San Francisco, questo manifesto fisico della rabbia: il 26 agosto del 2016, si inginocchiò durante l’esecuzione dell’inno americano prima di un’amichevole giocata in casa contro i Green
Bay Packers: "Non starò in piedi per dimostrare il mio orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche. Il motivo della sua protesta fu ispirato dall’uccisione nel dicembre del 2015 di un 26enne afroamericano per mano della polizia. La fine di quella stagione determinò anche la fine della carriera di Kaepernick : da allora nessuna squadra di NFL gli ha più proposto un contratto. Fu criticato da molti, compresi alcuni colleghi, persino accusato di tradimento.
Nazionale iraniana, Mondiali Qatar 2022
Toccante e significativo gesto di protesta della nazionale iraniana ai mondiali in Qatar: nessuno degli 11 giocatori in campo ha cantato l'inno prima della partita di esordio contro l’Inghilterra; coi volti induriti, gli sguardi davvero di pietra, i calciatori dell’Iran hanno ascoltato il loro inno nazionale senza muovere un muscolo. Tanto meno le labbra, cucite per solidarietà con la protesta per la strage di donne, giovani e bambini da parte del regime. Grazie allo sport, in nome dello sport e dei valori che esso incarna, la squadra osa chiedere maggiori libertà e la fine della Repubblica islamica.