Giovedì 30 novembre gli studenti dell’O.D.P.F. istituto Santachiara hanno avuto la possibilità di incontrare Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, come aiuto ai tossicodipendenti e altre varie dipendenze, e dell’associazione LIBERA, contro i soprusi delle mafie.
L’evento è stato organizzato dalla Pastorale Giovanile Diocesana, che nell’Auditorium del Mater Dei di Tortona ha riunito più di 400 studenti provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado del territorio diocesano (Novi Ligure, Tortona, Voghera, Stradella).
Il direttore della PG, Don Cristiano Orezzi, insieme a un gruppo di educatori ha preparato i giovani a questo appuntamento attraverso laboratori guidati di riflessione e condivisione. Quando Don Ciotti è arrivato l’incontro è stato da subito molto interattivo, con gli alunni protagonisti dei temi e delle domande da rivolgere al presbitero.
Davvero intense le parole di Don Luigi… di seguito i passaggi più significativi.
“Ragazzi la cultura sveglia la coscienza. Non ci può essere carità senza conoscenza. La conoscenza fa fare uno scatto, porta cioè alla consapevolezza, e poi la consapevolezza fa fare un altro scatto: porta alla R-E-S-P-O-N-S-A-B-I-L-I-T-A. La conoscenza deve essere attenta, lenta, e profonda. La responsabilità porta al coraggio, non per fare gli eroi, ma al coraggio di essere attenti tra di noi… attenti alla sofferenza, alla fragilità.
Non possiamo tacere, tacere è una colpa, bisogna parlare e accogliere l’impegno civile, riconoscendo l’obbligo morale di mettersi in gioco, perché mettersi in gioco riempie la vita di significato. (…) la nostra società è passata da ecosistema a EGOsistema, c’è una emorragia di umanità impressionante perché c’è tanto IO. Mentre abbiamo bisogno di RISPETTO, ACCOGLIENZA e RELAZIONE. Oggi a fare la differenza è l’indifferenza… siamo passati dal crimine organizzato al crimine normalizzato. Pensate alla mafia, non ci sono più le stragi per cui è stata normalizzata anche la mafia. Dobbiamo guardarci dentro e guardarci attorno, diffidando dai “mormoranti”, quelli che non si espongono mai, sentono tutto, se ne vanno nei salotti o luoghi di cricca e giudicano, inquinano la vita. Abbiamo troppi cittadini mormoranti e troppi cittadini a intermittenza, che si attivano a seconda delle emozioni. Ma non possiamo vivere di sole emozioni, ma trasformarle in sentimenti profondi che ci accompagnino nel cammino della vita.
Ai giovani dico: se l’obiettivo è giusto ci vuole una sana testardaggine, non scoraggiatevi e unite le forze! Ci vuole continuità, condivisione e corresponsabilità per scegliere il cambiamento! Sappiate distinguere tra seduttori ed educatori… le mafie seducono, sono cambiate diventate più forti perché hanno questo potere nel loro codice genetico di rigenerarsi. Cultura, educazione, lavoro sono l’antidoto per combatterle”
Concludendo Don Ciotti ha esortato i giovani a un sano e autentico impegno civile, dicendo loro che per lui esistono due testi scritti: il Vangelo prima di tutto e la Costituzione Italiana.