Oggi è il 25 aprile, giorno in cui viene festeggiata la liberazione della penisola dal nazifascismo. Non sarà possibile celebrarlo nel modo tradizionale a cui siamo abituati, ma certamente è doveroso per tutti dirottare la bussola della memoria alla Resistenza, ai partigiani, a chi ha speso la vita per darci la libertà. Il Santachiara ha sempre partecipato, insieme ai suoi alunni, alle celebrazioni per la giornata per rendere gli studenti cittadini consapevoli ed informati sui valori che la dura lotta alla barbarie consumatasi in quegli anni ci deve trasmettere: la storia ha un fine pedagogico forte che deve essere perpetrato. Studiare per non sbagliare di nuovo. Per questo motivo faremo dono ai nostri ragazzi del racconto di Marcello, partigiano, stroncato in questi giorni dal Coronavirus. La storia insomma di un’altra voce che si spegne, ed è importante che le sue parole, che le sue sofferenze riecheggino in noi, perché in questo periodo amare è l’unica via per sopravvivere. Agire per se stessi e per la propria sicurezza è importante, ma essere consci di poter rappresentare veicolo di guai per chi ci sta attorno è quanto mai essenziale.
Ricordiamo Marcello per mezzo delle parole dello scrittore Stefano Massini, a Piazzapulita, Riflettete, ragazzi, e studiate, perché studiare rende liberi!
«Lui era un figlio di contadini che negli anni ’40 andava all’università. Arrivò la guerra, ma continuava a studiare di notte, dopocena, fino a tarda ora. Ma i vicini di casa non l’avevano digerita questa cosa che un figlio di contadini andasse all’Università e quella luce accesa non li convinceva: chiamarono la polizia. Lo picchiarono perché sospettato di essere contro il regime, non gli credevano che studiava, perché era figlio di contadini. E giù botte. ‘Io a casa ho gli appunti’ diceva Marcello, ma ‘sono pieni di cifre strane: dacci la chiave per decifrare cosa c’è scritto’ gli rispondevano loro. Marcello racconta che alla fine lo lasciarono stare e fu rimandato a casa. E aggiungeva che dal giorno dopo divenne parte della Resistenza, perché ogni pugno, ogni schiaffo, ogni calcio, era una ragione più che buona perché quella porcheria finisse».
Viva il 25 aprile, viva la libertà, viva l’Italia!
Oggi è il 25 aprile, giorno in cui viene festeggiata la liberazione della penisola dal nazifascismo. Non sarà possibile celebrarlo nel modo tradizionale a cui siamo abituati, ma certamente è doveroso per tutti dirottare la bussola della memoria alla Resistenza, ai partigiani, a chi ha speso la vita per darci la libertà. Il Santachiara ha sempre partecipato, insieme ai suoi alunni, alle celebrazioni per la giornata per rendere gli studenti cittadini consapevoli ed informati sui valori che la dura lotta alla barbarie consumatasi in quegli anni ci deve trasmettere: la storia ha un fine pedagogico forte che deve essere perpetrato. Studiare per non sbagliare di nuovo.